Quando abbiamo incontrato Stefano Chiuri, ormai due mesi fa, davanti al campo di via Parigi, la sua squadra sprizzava entusiasmo da tutti i pori, si allenava con determinazione e non riusciva a nascondere la smania per l’inizio della stagione. Si parlava di “Parma spring training”, il primo pre-campionato organizzato del baseball di Parma, mentre l’argomento Coronavirus era già sulla bocca di tutti, anche se nessuno pensava avrebbe potuto ostacolarci la vita. Sembra passata un’eternità, invece era solo febbraio. Ora la realtà è completamente diversa, i diamanti sono vuoti, i giocatori del Sala, come quelli delle altre squadre, si allenano singolarmente, chi in casa, chi in giardino se ne ha la possibilità. La voglia di normalità, di tornare a lanciare e battere in compagnia è fortissima. Ma l’inizio della stagione resta un rebus: nonostante la federazione, insieme alle società stia facendo di tutto per agevolare una partenza, lo scetticismo sta prendendo sempre più piede nell’ambiente. Lo avevamo annunciato in occasione dell’intervista a Renaud e la federazione, per bocca del suo presidente ha tenuto a specificarlo nella giornata di venerdì: la Fibs ha presentato al Coni una bozza di protocolli di sicurezza, elaborati con la commissione medica ed è in attesa di risposte e indirizzi chiari su come eventualmente riprendere l’attività. Siamo tuttavia in attesa di conoscere di cosa si tratta, probabilmente l’occasione sarà la prossima riunione con le società, ormai imminente. Al telefono, il “Chiuzza” sospira: “Mah, guarda io non voglio apparire troppo pessimista, ma ho forti dubbi che si possa partire, come preventivato a metà giugno, ammesso e non concesso che ci venga permesso di tornare ad allenarci nei prossimi giorni. Ma ho qualche riserva anche su un’eventuale partenza a luglio. “
Il campo manca terribilmente e anche la vita di gruppo: “I ragazzi friggono, mi pare ovvio, anch’io vorrei tornare a respirare il profumo dell’erba e della terra rossa. Ma bisogna poterlo fare nella massima sicurezza. Io non conosco quali sono le proposte della federazione, ma mi faccio parecchie domande sulla fattibilità. Lo dico con grande dispiacere, perché siamo chiusi in casa da due mesi, ma la salute è la cosa più importante.”
Ma cosa succederebbe se il baseball dovesse stare fermo per tutta la stagione 2020: “Sono consapevole che a livello economico sarebbe una tragedia. Inutile stare ad elencare le perdite che avrebbero le società. Anche riuscire a mantenere i ragazzi delle giovanili. Ma credo che in questo momento sia più importante salvaguardare la salute di tutti. Io stesso non so se me la sentirei di correre il rischio: il problema è che di questo virus ci sono ancora poche certezze, è difficile persino sapere se si è contagiati e se si e come si rischia di contagiare gli altri. Davvero: sarei già molto contento se riuscissimo a fare qualche amichevole o magari un torneo a settembre.”