Nello spazio di sei giorni, due squadre parmigiane hanno colto due successi ininfluenti per la classifica, ma che hanno un grande significato psicologico.
Sabato scorso, nell’ultima giornata della prima fase, a giochi già fatti, la Farma ha ottenuto una storica vittoria sui campioni d’Italia del San Marino al “Tie-break” del decimo inning, dopo aver rimontato due volte, prima dal 3-0, pareggiando al sesto, poi di nuovo al decimo, capovolgendo, con due out il nuovo vantaggio per 5-3 dei campioni, con il secondo “walk-off” della settimana, realizzato da Tommaso Adorni.
Un risultato storico, ma non rappresenta una prima volta nella storia del club di San Pancrazio: già l’Aran Group nel 1985 aveva battuto ben due volte i campioni d’Italia della Be.Ca Bologna, nel corso del girone di andata, per 12-6 nel secondo e per 3-2 nel terzo incontro della quarta giornata. Ma era un altro baseball, un’altra storia. Quella di sabato, per la differenza di valori in campo assume un sapore completamente diverso. Anche se, per entrambe le squadre l’incontro era assolutamente ininfluente per la classifica. Anche se il San Marino, pur affrontando la sfida con il massimo della sportività, non ha certo spinto sul piede dell’acceleratore, avendo come unico obiettivo quello di mettere lanci nelle braccia dei lanciatori e turni di battuta in quelle dei battitori. Ma quella vittoria della Farma è servita anche da sprone per il Parmaclima: “se li hanno battuti loro, possiamo farcela anche noi!|” avranno pensato in via Casati Confalonieri. Il successo dei loro “colleghi” più giovani e meno esperti della Farma, gli ha fatto capire che l’impresa era possibile, che i campioni d’Italia sono si fortissimi, ma che si possono affrontare senza paura.
Chiaro che giovedì sera a Serravalle era tutta un’altra musica: la partita, pur contando poco ai fini della classifica in questo momento, valeva comunque oro in prospettiva, un’eventuale vittoria avrebbe rappresentato un potenziale vantaggio nella corsa per il primo posto nel girone che significherebbe una semifinale sicuramente più agevole, almeno sulla carta. Il San Marino infatti ha schierato il suo nuovo lanciatore straniero, l’ex Major Andres Rienzo. Parma non si è fatta intimorire e, dopo il botta e risposta del primo inning, ecco i cinque punti al secondo, con la battuta in scelta difesa di Koutsoyanopoulos, il singolo interno dell’ex collecchiese Joseph e soprattutto il doppio, da tre punti di un Astorri sempre più decisivo. Cinque punti di vantaggio, tra due squadre se non dello stesso livello, quasi, in un incontro di sette riprese, garantiscono una certa tranquillità. Specialmente se poi, dopo il fuoricampo di Celli al terzo, diventano sette, sul doppio da due punti di un Mineo che, smaltiti i problemi fisici che lo hanno condizionato lo scorso anno, sembra tornato sui livelli attesi. Attenzione, però, perché se le bocche da fuoco del San Marino si mettono in funzione, possono essere dolori per tutti: nella parte bassa del sesto, infatti, un gran fuoricampo da due punti di Pieternella ha portato i campioni d’Italia a sole tre lunghezze di distanza, ma poi ci ha pensato Contreras a lasciare al piatto Pulzetti e Ferrini e chiudere il settimo mettendo “Kappa” prima Celli poi Correa e facendo infine battere a Leonora una facile rimbalzante su Joseph, per l’out in seconda di Angulo. Con altri due inning a disposizione per i padroni di casa….chissà…
Bene così, intanto, per un Parmaclima che si accredita nella corsa per lo scudetto. Ma è presto, ovviamente, per cantare vittoria: il San Marino, al momento, da l’impressione, come fu per Bologna lo scorso anno, di pagare l’assurdità di questo campionato, con una formula che costringe a partite scontate per tutta la prima fase, cosa che poi rende difficile recuperare la giusta motivazione e il giusto ritmo, quando arrivano le partite che “contano”, dove la differenza in campo è più ridotta. In questo momento, probabilmente, Parma, arrivando con maggiore motivazione, risulta avvantaggiata. Ma sabato si riparte da zero a zero a tutti questi discorsi potrebbero essere capovolti.