Perdere una serie di finale per lo scudetto alla settima partita, di un punto, al dodicesimo inning, fa male. Ma allo stesso tempo deve rendere orgogliosi di essere arrivati veramente ad un passo da un’impresa incredibile. Lo scudetto 2022 resta sulle casacche del San Marino, che ha superato il Parmaclima al termine di una sfida drammatica, per 2-1, al dodicesimo inning. Parma piange per un traguardo che aveva visto vicinissimo dopo il fuoricampo con il quale Gonzalez aveva sbloccato il risultato nella parte alta dell’ottavo e che invece non è riuscito a tagliare per un soffio.

La settima gara di una serie finale è sempre un’incognita e quando tra le due squadre c’è grandissimo equilibrio, la differenza tra vincere e perdere è davvero sottiiissima. Complimenti al Parma che ha fatto una stagione fantastica, che è arrivato aalla settima gara di finale, dopo aver eliminato Bologna in semifinale in altrettante partite, giocando senza Sebastiano Poma, Yomel Rivera, con Sambucci a mezzo servizio, senza il suo miglior battitore, Manuel Joseph, per cinque delle sette sfide di finale, senza Contreras per Gara-4, con Mineo, Koutsoyanopoulos e Desimoni pesantemente limitati da infortuni. Però, va detto, alla fine San Marino ha meritato più del Parma.

In una serie così equilibrata, nella quale Parma ha segnato un solo punto totale in più del San Marino, nella quale il numero delle valide di entrambe le squadre si equivale, a fare la differenza sono stati i dettagli. Nell’economia della serie, a ben guardare, la differenza l’ha fatta la valida del subentrante Pieternella al settimo inning di gara-3, che ha permesso a San Marino di vincere 1-0 e portarsi sulle due vittorie a una. Determinante perché Parma veniva da una larga vittoria in Gara-2 e aveva di fronte tre partite davanti al suo pubblico, con il morale altissimo. Quel risultato ha indirizzato tutta la serie a favore di San Marino, costringendo il Parmaclima a rincorrere.

I campioni d’Italia hanno rispettato il “manuale”, vincendo tutte e quattro le gare dispari, due volte di un punto e una di due. Parma ha perso perché ha lasciato troppi uomini in base, perché in quasi tutte le situazioni chiave (primo e secondo inning di Gara-3, quinto e nono inning di Gara-7, per esempio) ha sbagliato l’esecuzione del bunt di sacrificio.

Ha perso perché nel momento chiave di Gara-7 il suo lanciatore si è lasciato andare ad una manifestazione evitabile, provocando la sua espulsione. Ha perso, forse, perché all’ottavo ha scelto di non passare in base Lino, ma qui servirebbe la controprova. Insomma, giusto applaudire e ringraziare una squadra che ha fatto realmente i miracoli, resistendo a tanti eventi negativi, ma giusto anche andare ad analizzare i perché di una sconfitta che, con un po’ di malizia in più forse sarebbe potuta essere una vittoria.

Poi la chiosa finale: alla fine della partita alcuni giocatori del San Marino si solo esibiti in gesti decisamente poco sportivi. Ma siccome signori si nasce, il pubblico di Parma bene avrebbe fatto a non rispondere alle provocazioni.

E sarebbe anche ora di finirla con la litania della squadra non italiana (San Marino) e del fatto che gioca con otto stranieri su dieci giocatori in campo. Le regole sono queste e queste sono le squadre da battere se si vuole vincere. Il resto sono alibi che sicuramente non aiutano a crescere. Nessuno impedisce al Parma di giocare con otto stranieri (che poi ieri sera di italiani ne aveva quattro, due in più del San Marino), ma evidentemente, se arriva a Gara-7 e perde di un punto, vuol dire che i suoi italiani sono almeno pari agli stranieri del San Marino. Se mai, ha detto bene Sambucci a fine gara, è da rivedere la regola che permette di schierare in campo nei play-off giocatori che non hanno giocato in regular season, altrimenti si finisce per favorire chi, per un motivo o per un altro, ha la possibilità di farlo, rispetto a chi non ce l’ha.

 

LA CRONACA

 

La serata tanto attesa è arrivata: Parma e San Marino si giocano tutto in una notte, dopo una serie punto a punto, una sola giocata, un singolo episodio possono decidere lo scudetto 2022.

Per l’occasione da Parma sono giunti i rinforzi: la tribuna di Serravalle è piena zeppa di parmigiani e all’annuncio delle formazioni i fumogeni avvolgono lo stadio in una nube gialla e blu.

Si sfidano i lanciatori stranieri Montilla e Centeno, per il resto formazioni annunciate.

La prima occasione è per Parma, al primo inning, quando con due out Gonzalez e Mineo battono valido, ma Astorri è il terzo out in prima. San Marino invece va vicinissimo al punto al secondo: dopo le basi su ball a Celli e Ustariz, Montilla sbaglia clamorosamente un “pick-off” in seconda, tirando all’esterno e permettendo l’avanzamento dei corridori. Il lanciatore del Parmaclima si riprende subito, lascia al piatto Pieternella e fa battere Epifano su Talevi per un comodo doppio gioco che fa tirare un sospiro di sollievo ai tifosi giunti da Parma.

Al terzo con uno fuori Desimoni batte valido al centro, poi avanza in seconda sulla battuta in diamante di Gonzalez, ma dopo la base intenzionale a Mineo, Astorri batte un facile pop-fly in zona di foul che il ricevitore ospite Lino non ha problemi a cogliere al volo.

Battioni apre il quinto inning con un singolo a sinistra che cade davanti a Leonora, Koutsoyanopoulos sbaglia due volte il bunt di sacrificio, poi termina strike-out, Desimoni batte un facile campanile al volo dal seconda base Angulo e Gonzalez è il terzo out in prima.

Al sesto Contreras sostituisce Montilla e mette in base il primo battitore Batista, che poi avanza in seconda su bunt di sacrificio e in terza su rubata, grazie anche ad un’incertezza di Rodriguez, con due out, ma poi, dopo la base a Lino, Celli è il terzo out al piatto. Non succede nulla al settimo, poi all’ottavo con due fuori Gonzalez spara un gran fuoricampo a destra e scatena l’entusiasmo dei tifosi parmigiani. Potrebbe essere il fuoricampo dello scudetto e dopo l’eliminazione di Mineo, nel cambio campo, sugli spalti si preparano i festeggiamenti. Invece, purtroppo, non è finita.

Al cambio campo Contreras colpisce Batista, poi Ferrini lo spinge in seconda su bunt di sacrificio (e protesta la chiamata di out per uscita dalla corsia) e avanza in terza su lancio pazzo. La panchina del Parmaclima chiama la base intenzionale ad Angulo, forse dovrebbe fare la stessa cosa con Gabriel Lino che, invece, colpisce un singolo al centro che vale il pareggio. A quel punto Poma richiama Contreras e inserisce Diaz. Il nuovo entrato elimina subito Celli, poi riempie le basi con la base ball a Celli. Leonora potrebbe guadagnare anche lui la base ball e regalare a San Marino lo scudetto con il punto automatico, ma gira il quarto ball, “spizzandolo” in foul. Il lancio successivo è determinante per l’esito della partita, perché sulla sua rimbalzante Rodriguez assiste in seconda per il terzo out, nonostante una scivolata al limite di Ustariz, e Diaz si lascia andare ad un brutto gesto verso la panchina di casa, venendo immediatamente espulso, in modo troppo fiscale, dall’arbitro capo. Parma si trova dunque a dover mandare di nuovo sul monte Habeck, non ancora caldo, a sole ventiquattr’ore dalla sua ultima esibizione.

Intento però, nella parte alta del nono, il Parmaclima si mangia un’altra incredibile occasione: Leonora legge male la volata di Astorri, che si trasforma in doppio, Ssmbucci spinge il compagno in terza con un bunt di sacrificio, infine Rodriguez viene passato intenzionalmente in base. Purtroppo però sia Talevi che Battioni terminano al piatto.

Al decimo Quevedo traballa ancora ma non crolla: valida di Desimoni, deviata dal guanto del prima base del San Marino, base ball soffertissima di Gonzalez, ma poi tre out consecutivi.

Al cambio campo, con uomini in prima e seconda e un out, Habeck riesce a far battere Lino in doppio gioco, mandando la gara all’undicesimo, nel quale non cambia il risultato. Purtroppo per Parma cambia, in modo definitivo, al dodicesimo: dopo un attacco ducale velocissimo, Epifano apre l’attacco sanmarinese con un singolo in campo opposto, poi avanza sul bunt di sacrificio di Batista, che sfugge alle mani di Mineo che non riesce ad assistere in prima. Anche Ferrini mette per terra un bunt, spostando i corridori e Poma decide di passare ancora in base Angulo. E’ un film che si ripete, perché ancora una volta Lino trova la valida, una profonda volata al centro, che regala il secondo scudetto consecutivo al San Marino, nel tripudio di tutta la squadra di casa, che si lascia andare anche ad alcuni deplorevoli gesti all’indirizzo di giocatori e pubblico parmigiani, accendendo una nuova miccia in campo, subito spenta dagli arbitri.

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