Nemmeno il miglior sceneggiatore avrebbe potuto prevedere un finale più emblematico e suggestivo: il World Baseball Classic edizione 2023 si è risolto con lo scontro finale tra le due superstar più attese, il lanciatore giapponese Shoe Ohtani e il suo compagno di squadra nei Los Angeles Angels Mike Trout.

Con due eliminati, dopo la battuta in doppio gioco di Mookie Betts e il punteggio sul 3-2 per i giapponesi, la sfida tra i due si è prolungata fino al conto pieno, quando, “Re Ohtani” ha fulminato il suo compagno-rivale con una fastball sulla quale l’americano si è aggrovigliato, sventagliando a vuoto e scatenando la festa incontenibile di giocatori e pubblico giapponese, in trionfo per la conquista del titolo di campioni del Mondo.

La superstar nipponica viene poi premiato con il titolo di MVP, per aver totalizzato le migliori statistiche di tutto il torneo.

Per la squadra asiatica è la terza vittoria in cinque edizioni della manifestazione, unico team ad aver ottenuto più di un successo. Un risultato che, indirettamente, fa piacere anche all’Italia, per la seconda volta in cinque edizioni, battuta dalla squadra che ha vinto il titolo che, proprio per questo, si classifica al quinto posto. Il miglior piazzamento ottenuto dagli azzurri in un World Baseball Classic, cosa destinata a migliorare anche la sua posizione nel ranking WBSC.

La sfida attesissima in tutto il mondo, era iniziata davanti a 39000 paganti, il che significava tutto esaurito al “Loan Dept Park” di Miami (le presenze complessive alle partite di tutto il torneo superano il milione, polverizzando i record delle precedenti edizioni), con centinaia di paesi collegati in diretta televisiva.

Gli USA mettevano subito il piede avanti, portandosi in vantaggio nella parte alta del secondo inning con il gran fuoricampo a sinistra di Trea Turner, il terzo in tre partite, il quinto nel torneo, record del World Baseball Classic.

Ma il Giappone rispondeva subito con un’altra battuta-punto: la realizzava al cambio campo Munetaka Murakami, che spediva un lancio della velocità di 115 miglia del partente americano Merrill Kelly oltre il muro, sul centro destra, a 432 piedi da casa base. Lars Nootbar regalava poi il vantaggio ai nipponici al terzo contro il rilievo Aaron Loup con una rimbalzante in diamante, sulla quale Okamoto segnava il 2-1.

Alla quarta ripresa il Giappone allungava con un altro fuoricampo, realizzato da Okamoto contro Kyle Freeland. Ma la sfida era tutt’altro che finita, perché all’ottavo gli USA si rifacevano sotto, mettendo pressione a Ohtani e company con il “solo-homer” di Schwaber che spediva il decimo lancio di Yu Darvish a 436 piedi sul centro destra. L’ultimo assalto americano teneva con il fiato sospeso i quasi 40 000 del magnifico impianto di Miami, che si alzavano in piedi quando sul monte di lancio per il Giappone saliva Shoe Ohtani per affrontare il pinch-hitter McNeil, subentrato al turno precedente a Tim Anderson e poi andato a ricoprire la posizione di seconda base. Come al turno precedente guadagnava la base ball, lasciando contrariato il lanciatore nipponico, non convinto dell’ultima chiamata. Entrava come sostituto corridore Bobby Witt, per sfruttare la velocità sulle basi nel tentativo di raggiungere almeno il pareggio. Andava quindi nel box il lead-off Mookie Betts, che però vanificava tutto, colpendo una rimbalzante che il seconda baseYamada non aveva problemi ad appoggiare all’interbase Genda che girava il più classico dei doppi giochi ammazza-inning. Ed eccoci allo scontro finale, quasi in una scena da film, con Mike Trout che entrava nel box di battuta davanti alla folla in piedi. Il campione americano portava Ohtani fino al conto pieno, spizzando anche un foul ball, forse si aspettava una curva sul sesto lancio e rimaneva spiazzato da una dritta oltre le cento miglia, sulla quale si avventava, senza riuscire a colpirla. Era l’azione conclusiva della finale e di tutto il World Baseball Classic 2023, che incoronava così il capitano del Giappone nuovo Re del baseball mondiale, il miglior giocatore al mondo. Un campione assoluto, a 360, definito il nuovo Babe Ruth, migliore di tutti sul monte di lancio, migliore di tutti nel box di battuta.

Era la degna conclusione di un torneo spettacolare, pieno di suspance, di azioni da leggenda, di sfide all’arma bianca, di grande passione sugli spalti. Un’edizione da record, che ne certifica una volta di più il successo e fa felici la MLB e la WBSC del suo presidente Riccardo Fraccari, sul palco insieme al Commissioner Rob Manfred (che, come ama ricordare Sal Varriale, è anche lui di origine italiana), per premiare le due squadre e consegnare la Coppa di Campioni del Mondo nelle mani di Shoe Ohtani, che si presenta con in mano la casacca della nazionale giapponese di Ichiro Suzuki, il primo giocatore di posizione nato in Giappone a giocare in MLB. Più di un milione di spettatori sugli spalti, una decina davanti alle televisioni di tutto il mondo. Una copertura capillare e martellante su tutti i social per circa un mese. Ma soprattutto la considerazione dei giocatori professionisti della MLB, sempre più convinti della loro partecipazione in rappresentanza dei rispettivi paesi d’origine. Per loro il “Classic” non è più solo un modo più divertente per preparare la stagione, ma sta assumendo l’importanza che gli organizzatori immaginavano quando hanno ideato la manifestazione, che tornerà nel 2026 e alla quale l’Italia è ovviamente già qualificata.

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