Pochi, ma buoni, verrebbe da dire, da San Lazzaro a Colorno, da via Volturno a Collecchio, passando da San Pancrazio: è la pattuglia parmigiana nel Parmaclima in lotta per lo scudetto.
Sono solo in cinque, ma rappresentano praticamente tutto il mondo del batti e corri ducale, che deve essere orgoglioso dei suoi ragazzi e sostenerli dal primo all’ultimo inning, dalla prima all’eventuale settima partita di finale. Contro una squadra che in campo schiera due soli giocatori nati e cresciuti nel nostro paese.
Arriva da San Lazzaro, dove è nato e dove vive, nel cuore del “quartiere dei pittori”, ma fin dall’età di sei anni è legato alla Crocetta. Tra le fila della società di San Pancrazio Matteo Bocchi ha iniziato a giocare nella squadra di pre-baseball ed è scresciuto, fino a vincere tre scudetti giovanili, nelle categorie Ragazzi e Cadetti (Attuali Under 12 e Under 15), a debuttare e affermarsi in prima squadra nella Farma Crocetta, prima di trasferirsi alla Fortitudo Bologna e poi al college negli USA, preludio alla firma tra i professionisti, dove è arrivato fino al AAA, il massimo livello prima della Major League. Solo il covid lo ha fermato e poi costretto a fermarsi in Italia. Con Bologna ha vinto uno scudetto e una Coppa Campioni. E’ unanimemente considerato il miglior lanciatore italiano, probabilmente il migliore nato in Italia negli ultimi trent’anni. Dal 2023 il Parmaclimo lo ha riscattato e ora indossa i colori della squadra per la quale tifava da bambino, quando dopo le partite lo si poteva vedere lanciare e battere con Gibo Gerali, allora allenatore del Cariparma e i giocatori, insieme ad un nugolo di suoi agguerriti compagni di squadra. Paolo Piazza nella categoria Ragazzi, poi soprattutto Stefano Chiuri nei cadetti, Under 18 e prima squadra, senza dimenticare Mazzoni e Gradali i suoi maestri. Ma fondamentale per il suo sviluppo è stato il mitico pitching-coach Giacomo Bertoni, anche lui formato come tecnico a San Lazzaro, allo Junior, ma per tanti alla Crocetta e al Sala Baganza.
Se Stefano Desimoni è unanimemente considerato il principale rappresentante dello Junior Parma, squadra del suo quartiere (anche lui vive a due passi da Matteo Bocchi), il suo degno erede, non solo per il ruolo difensivo che occupa, è indiscutibilmente Tommaso Battioni, che da anni ha preso sotto la sua ala protettiva. Tommy, classe 2000, ha iniziato, anche lui all’età di sei anni sul campo di via Budellungo, con i colori rosso-blu della società del presidente Caravita, della quale il padre Ugo è stato a lungo vice-presidente. Prima di trasferirsi per lavoro negli USA, dove lo hanno seguito moglie e figli. Oltre oceano Tommy ha frequentato anni di scuola, ma ha anche migliorato ile sue capacità, già buone, sul campo da baseball. Nel 2015 è giunto il momento di rientrare in Italia e ha subito esordito nella squadra di serie B dello Junior Parma. Nato lanciatore, si è trasformato con successo in interbase. Come si diceva che Stefano Desimoni era il gemellino di Matteo Ugolotti, anche Tommy aveva un gemellino sul campo da baseball, si chiama anche lui Matteo ed è il figlio di colui a cui deve i primi importanti passi nel mondo del baseball: Davide Scialpi, il suo primo allenatore. Giocava talmente bene nello Junior che presto la serie B gli stava stretta e si è trasferito al Collecchio in serie A2. Sotto la guida di Marcello Saccardi, guarda un po’ è definitivamente esploso tanto che il Parma ha presto acquisito il suo cartellino e lo ha portato in squadra nel 2020. Ha vinto due coppe dei campioni, la prima da protagonista assoluto a Ostrava nel 2021. Ha raggiunto la nazionale della quale fa ormai parte stabilmente, disputando l’ultimo europeo, purtroppo disastroso per gli azzurri. Quest’anno è stato dirottato esterno centro e dopo un infortunio che lo ha tenuto per oltre un mese lontano dal campo, ha raggiunto altissimi livelli di rendimento in regular season. Calato nei play-off, Saccardi si aspetta da lui il salto di qualità in questa serie finale. Sono partiti invece dall’Oltretorrente altri due “gemellini” e figli d’arte: Riccardo Flisi, figlio del bomber di Crocetta, Parma Angels, Modena e soprattutto eroe dei Mondiali 1998, Alessandro e Cesare Astorri, figlio del ricevitore della World Vision e dello Junior Schiaretti. Con l’Oltretorrente hanno vinto lo scudetto Allievi, hanno debuttato in prima squadra e hanno frequentato l’accademia di Tirrenia. Claudio Corradi è stato il loro principale mentore. Cesare è stato talmente bravo alla Ciemme, da catturare l’attenzione degli scout della MLB e firmare per gli Aokland Athletic’s, dove ha militato per tre stagioni. Poi entrambi si sono trasferiti a Collecchio, da dove, sempre con Saccardi manager hanno spiccato il volo per la massima serie. Un anno e uno scudetto a Bologna per Cesare, meno fortunato inizialmente Riccardo al Parmaclima.
Non è parmigiano ma è indiscutibilmente un prodotto della Franchigia dell’allora presidente del Parma Zbogar, che da Vicenza lo portò a Parma giovanissimo, il lanciatore Manuel Santana. Ha debuttato nel Parma in Coppa Italia nel disastroso anno 2015, per poi entrare stabilmente in saquadra l’anno successivo. Lanciatore promettente, ma che in una squadra che progressivamente cresceva di livello e iniziava ad ambire a grandi traguardi trovava sempre meno spazio, così si è trasferito a Collecchio, dove ha trovato la sua definitiva consacrazione. Personalmente ho negli ultimi due anni ho parecchio insistito con i dirigenti del Parma affinchè lo riportassero. Ci sono arrivati da soli al termine della scorsa stagione e lui si è mostrato entusiasta di tornare.
Sono loro l’orgoglio del movimento e delle società di appartenenza. Sono loro il motivo per cui stasera dovremo urlare più forte che possiamo “Forza Parma”, più forte di tutte le polemiche e le incomprensioni, le rivalità interne ed esterne.
Ma il movimento di Parma dovrebe ringraziare anche altri ragazzi, che adesso non fanno più parte del gruppo ma che sono indelebilmente parte della storia della società, che gli deve tanto e del movimento di Parma. E li voglio ringraziare e abbracciare anche personalmente perché hanno rappresentato un passaggio importante della mia vita professionale nel mondo del baseball ed è anche grazie a loro se oggi esiste una Parma baseball. Sono Davide Benetti, Alessandro Deotto, Lorenzo Gradali e Michele Pomponi. I primi tre un giorno dell’inverno 2015 mi sono venuti incontro nell’antistadio del “Cavalli” con la faccia confusa e triste, dicendomi che avevano proposte, che non sentivano notizie e non sapevano cosa fare. “Ragazzi, se avete offerte valutate, ma se potete per favore aspettate.” Ogni volta che mi incontravano mi chiedevano e io non sapevo niente. Fino a quando con un’intervista ho praticamente messo il presidente Zbogar con le spalle al muro: non poteva più non mantenere fede a quello che mi aveva pubblicamente promesso, loro si sono fidati e sono rimasti. Dico fuori dai denti che se Davide, Alessandro, Lorenzo non avessero avuto fiducia e se Michele non avesse creduto nella possibilità di un futuro nel Parma (fu il primo acquisto dell’era Zbogar), oggi non ci sarebbe una squadra di Parma in finale scudetto. Grazie dal profondo del cuore, ve lo dico sempre, ma pubblicamente è più bello!